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Una recente ordinanza della Corte di cassazione (n. 18320 del 4 luglio 2025) è intervenuta su un tema cruciale per le operazioni di M&A: la corretta determinazione della base imponibile ai fini dell’imposta di registro nella cessione di un’azienda o di un suo ramo. La sentenza ribadisce la fondamentale distinzione tra le passività “aziendali”, che riducono il valore imponibile, e i “debiti del cedente”, che invece concorrono a formarlo, rappresentando una componente del corrispettivo.
Analizziamo la decisione per trarne indicazioni operative preziose.
Il caso in esame
La controversia nasce da una rettifica dell’Agenzia delle Entrate sul valore di una cessione di ramo d’azienda1. L’Ufficio aveva rideterminato in aumento la base imponibile non solo ricalcolando l’avviamento, ma soprattutto disconoscendo la deduzione di una passività di quasi 2 milioni di euro2.
L’elemento chiave del caso, giunto fino alla Suprema Corte, era la natura di tale passività: si trattava di un debito che la società cedente (Wegaservice Spa) aveva nei confronti della stessa società acquirente (Fed Srl)3333. Con la cessione, questo debito si sarebbe estinto. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che tale estinzione non fosse una passività aziendale da dedurre, ma una forma di pagamento del prezzo di cessione, e come tale dovesse essere inclusa nella base imponibile4444.
La decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi dell’Agenzia delle Entrate5555. I giudici hanno chiarito come le normative sull’imposta di registro (D.P.R. 131/1986) debbano essere lette in modo coordinato.
Esistono due norme apparentemente in conflitto:
La Corte ha risolto il dilemma affermando che il criterio dirimente è quello dell’inerenza.
La distinzione chiave: passività inerenti vs. debiti accollati
La sentenza spiega in modo netto la differenza tra le due categorie di passività:
Cosa significa per le imprese
La pronuncia della Cassazione è un monito importante per chi pianifica operazioni di cessione aziendale. La lezione è chiara: la valutazione fiscale segue la sostanza economica dell’operazione.
Per evitare contenziosi con il Fisco, è fondamentale:
In conclusione, la corretta classificazione delle passività non è un mero dettaglio contabile, ma un elemento strategico che può avere impatti fiscali significativi. Affidarsi a una consulenza esperta è il passo più sicuro per garantire la conformità dell’operazione e prevenire future contestazioni.
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